Il passato e' una terra straniera

“Il passato e’ una terra straniera”

Questa bella metafora di Carofiglio mi e’ venuta prepotentemente in mente stamattina, mentre venendo al lavoro in metrò ascoltavo l’intervista a Monte Cook dei ragazzi del podcast The Walking Eye: per quanto questa e altre interviste a Cook mi abbiano lasciato l’impressione di una persona intelligente… è come se stesse parlando da una distorsione temporale; quelle parole a me suonano vecchie di 10 anni (almeno).

La sua concezione di “un buon gioco di ruolo”, di cio’ che rende piacevole e divertente un gioco, delle dinamiche dentro e fuori del gioco… perfino le “miopie autoindotte”: gli chiedono se gli piace o no il conflitto tra personaggi, e come lo gestisce al suo tavolo, e lui reagisce parlando di come evitare che le persone litighino, e di come li prende da parte “fuori gioco” per parlarne (implicando chiaramente che lui intende il conflitto come dispetto tra giocatori, o quantomeno foriero di frizione a livello sociale, inevitabilmente).

Praticamente tutto quello che gli piace… mi suona vecchio, stantio, superato… o completamente “unfun”.

Perche’ sono partito da quella citazione li’ sopra? Perche’ in passato molto (anche se non tutto) di ciò che ha detto l’avrei probabilmente condiviso. Oggi mi pare di parlare una lingua diversa (ok, la parliamo, ma non in quel senso :) ).

Se c’è un consiglio pratico che traggo da tutto ciò è: quando si discute online, o si cerca di spiegare certi giochi nuovi a persone che hanno sempre e solo praticato e percepito un certo tipo di gioco (che e’ un sottoinsieme molto piccolo di cio’ che e’ li’ fuori)… ricordatevi che state raccontando della vita quotidiana di una cultura diversa ad uno straniero.

Non date niente per scontato, o le incomprensioni saranno maggiori e piu’ gravi.

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