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Ma cosa sono i NFT?

Ma cosa sono i NFT?

Se siete qui forse qualcuno (io?) vi ci ha linkato perché volevate lo spiegone su cosa sono questi misteriosi NFT (Non Fungible Tokens) che rivoluzioneranno il mercato dell’arte. Oh, dolci figli dell’estate… sedetevi comodi.

Premessa

Duuunque, avete presente come con le criptovalute il mondo dei genialoidi online (aka “marks” o “gonzi”) sta riscoprendo stile acqua calda tutta la storia della finanza e dei sistemi bancari (e del perché esistono le regole del settore bancario) degli ultimi 500 anni, rifacendo TUTTI gli errori, ma con meno capacità di aggiustarli?

Se non ce l’avete presente, dovrete aspettare che mi decida a scrivere lo spiegone madre sui bitcoin, oppure fidarvi di me e starci il più lontani possibile: sono una truffa, e nient’altro. E se qualcuno prova a vendervi il contrario, sappiate che o è stupido o è a sua volta un truffatore. O entrambi. Spesso entrambi.

Comunque. Qualche genio ha pensato «Ma perché non fare la stessa cosa, ma nel mercato dell’arte?»

Nuovi gonzi! Venghino venghino! E si sarà dato grandi pacche sulle spalle.

Comprare l’originale di una riproduzione

Nel senso, l’arte come “riproduzione” esiste da… un po’ di tempo. Almeno dalle stampe artistiche, xilografie, litografie, etc… diciamo 400 anni?

Quindi il concetto di “compro l’originale” per dire di… un Hokusai, o di uno degli incisori di inizio 1800… non è nuovo. Semplicemente comprare l’originale non puoi, perché l’opera esiste solo in quanto riproduzione, copia. Puoi magari comprare una stampa fatta direttamente dalla bottega dell’artista.

La cosa è diventata ancora più marcata con l’avvento delle tecnologie di riproduzione dell’era moderna (serigrafie, fotografia, etc.), e infatti sono nate le serie di “stampe d’arte” magari numerate, o numerate e firmate dall’autore, etc.

Chi compra arte di quel tipo accetta che non può comprare l’originale perché il concetto di “pezzo originale” in questo contesto non esiste.

Fast Forward verso l’Era del CriptoDiamante

Qualche Genio™ ha pensato “Hmmm… Come posso dire di aver comprato l’originale di un pezzo d’Arte Moderna come la gif del NyanCat per bullarmi con gli amici nel subreddit /r/onlinepisellilunghissimi?

Nyan Cat, nella sua suprema giffezza

Con la BLOCKCHAIN! (Genio!)

Vedete, hanno inventato questo concetto di “Non Fungible Token”, perché (lo ripeto come l’ho visto spiegare nonostante mi faccia venire un aneurisma): “Una cosa è avere l’animazione del nyancat, un’altra è essere il proprietario della gif originale! La prima è come avere una foto del Van Gogh, la seconda è come avere il Van Gogh!”

I know. Diamogli corda un attimo.

Quindi si fa un’operazione Nuova e Misteriosa sul file per renderlo un “Token Non Fungibile”, ovvero “non sostituibile con un equivalente” e “non divisibile” perché unico (chiunque abbia mai fatto copia e incolla di un file sta già notando delle falle nel ragionamento: ce ne sono altre).

Si fa un hash (operazione che genera un lungo numero, univoco, da un file) del file originale: questo identifica esattamente QUEL file(1)

Poi si prende l’hash, magari assieme si mette il file stesso, e lo si scrive sulla BlockChain con la chiave dell’acquirente (nel suo cripto-portafoglio, ma questi sono dettagli irrilevanti).

Dato che la blockchain è IMMUTABILE(2) e pubblica, ora TUTTI SAPRANNO CHE IO DETENGO LA GIF DELLO NYANCAT, MI È GIÀ CRESCIUTO L’E-PISELLO DI 2 POLLICI MWAHAHAHA!. Ahem.

Per capirci, per questa operazione (questa ESATTA, perché l’esempio della gif dello nyancat non è campato per aria, è vero) l’autore chiede Xmila dollari (ora non ricordo, tanti… oddio, gigadollari… in bit-soldi del monopoli) e il gonz… l’acquirente li paga, firmano schiacciando ognuno il proprio bottone magico, cose crittografiche avvengono, e BAM! ora detengo lo nyancat! Èmmiìio.

E ora le domande alla classe:

1 - Come funziona vedere una gif nel browser (tipo quella lì sopra, proprio quella del nyancat)? Quello che ricevo è diverso, fino all’ultimo bit, all’ultimo elettrone, da quello che è all’altro capo del filo sul server web?

2 - Chi certifica che X è il proprietario del file Y, e quindi può farne un NFT e venderlo a Z? (ricordiamoci, in maniera permanente, no backsies, perché non esiste nessuno a cui appellarsi una volta che la transazione è scritta nella blockchain)

3 - (E più importante)… a che serve la blockchain in tutto questo procedimento?

Risposte:

1 - per definizione, è lo stesso file identico, altrimenti si è rotto qualcosa. Anzi, i protocolli di comunicazione nascosti sotto il tappeto FANNO una serie di controlli di parità che sono funzionalmente simili a quello che il cojon… compratore ha pagato, proprio per assicurarsi che il file sia arrivato intero. Ovvio che un filmato su youtube della gif animata è diverso dalla gif animata. Ma la gif animata no. Eghe. Cliccate col tasto destro e fate “Salva immagine con nome…” e bam, ora avete anche voi la gif di nyancat originale. GRATIS!

2 - Aaah, avete notato un piccolissimo problema secondario, nevvero? E infatti in questi giorni ci sono state dozzine di vendite di NFT fatte da furboni che non avevano alcun diritto sul file.

3 - A un cazzo, come dicono a Oxford. In un paio di giorni (stando larghi perché voglio fare le cose per bene) vi posso tirare su un servizio analogo con 1 (uno) computer… probabilmente anche un raspberry Pi da 40 euri. Serve un database (gratis) con tipo una sola tabella con una lista di hash (risultato del comando sha256sum, gratis), una colonna con id del venditore, una con id del compratore (diciamo le email?). Tre o quattro tabelle proprio per fare le cose fatte bene. E per buona misura ci metto anche sul piatto qualche campo di metadati, e una pagina web dove sfogliare, cercare e verificare i contenuti per sapere chi ha comprato quel certo file nyancat.gif. Se mi metti fretta e non pretendi l’automazione, posso già fare tutto con quello che ho già installato sul pc: sha256sum, una directory, un file di testo con dentro i metadati per essere professionale.

Poi si può fare meglio eh, ma è la stessa cosa funzionalmente.

Ora andate a vedere quanto i cojoni stanno pagando gli “NFT”.

There’s a sucker born every minute

O, nella lingua di Dante:

La madre dei gretini è sempre incinta

Bonus round

Ok bonus: una cosa migliore di quello che fanno sti NFT (che comunque, ribadisco, è stupido e inutile) è facilmente fattibile semplicemente con il Proprietario che firma il file e poi lo cripta con la propria chiave GPG, con se stesso e Acquirente come destinatario. Ecco la prova, impossibile da rompere, che Acquirente ha “comprato” il file da Proprietario. Fatto.

I server delle chiavi son pure gratuiti e pubblici.


  1. Queste operazioni si chiamano “Hashing” e “firma digitale” e sono cose banalissime che esistono in una forma o nell’altra da 40 anni, forse un po’ meno per la firma crittografica ma non molto ↩︎

  2. La blockchain immutabile è un mito, la blockchain è stata riscritta diverse volte, basta avere il 50%+1 della potenza computazionale dei miners. Che sono di proprietà per il 60-70% di tipo 3 aziende cinesi, tutte con sospetti legami col governo peraltro. ↩︎